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L A R O C C A Sicilian Embroidery

 

L A R O C C A Sicilian embroidery raccoglie l’idea e il desiderio insieme, di portare avanti attraerso la narrazione e l’attualizzazione, questa preziosissima tradizione rappresentata da manufatti unici.

 

Il nostro progetto prevede una capsule di  preziosa biancheria : tovaglie, set da colazione, runner e asciugamani realizzati con ricamo in sfilato siciliano.

 

La produzione della nostra capsule avviene nel pieno adeguamento della tradizione: i tempi  sono quelli dettati da un lavoro che è affidato totalmente alle mani delle nostre maestre ricamatrici, le quali confezionano per noi manufatti unici e  di incomparabile pregio.

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Nonostante abbia un gran numero di estimatori, oggi  il ricamo in sfilato siciliano è praticato da poche, pochissime persone. La reperebilità delle ricamatrici nell’unica area dell’Isola in cui sopravvive questa preziosissima arte si fa sempre più difficoltosa.

La manifattura risulta davvero un impegno oneroso in termini di risorse materiali e immateriali. I manufatti, le tovaglie ad esempio, rappresentano prodotti di lusso che richiedono mesi di confezionamento e un’incalcolabile dedizione da parte delle ricamatrici che certo faticano a trovare un ricambio generazionale per questa nobile arte.

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La storia di una grande tradizione di ricami e manufatti preziosi


 

La Sicilia  ha  una storia densa e stratificata che ha, nel tempo, definito un prezioso patrimonio culturale e storico.  La sua grande vocazione artigianale si racconta attraverso preziosi manufatti  rappresentati dalla lavorazione della Ceramica, della Pietra, del Corallo, della Cartapesta, per citarne solo alcuni, e  dall’arte del ricamo che rende protagonista il pregiatissimo sfilato siciliano.

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LO SFILATO SICILIANO

 

I primi documenti risalgono al IX secolo durante la dominazione musulmana. Il laboratorio, che si chiamava Tiraz in arabo, era a Palermo e sembra fosse annesso al Palazzo Reale, la produzione tra l’altro era supportata anche dalla coltivazione del cotone e dei Gelsi per l’allevamento del baco da seta. In seguito con la dominazione Normanna e con Federico II, il laboratorio fu mantenuto e fu incrementata la produzione dei manufatti preziosi.

Si affermò in Sicilia solo nel ‘500, entrando a far parte del più pregiato corredo impreziosendo i capi e la biancheria delle nobili fanciulle siciliane.

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Lo sfilato siciliano viene eseguito su tessuti a trama regolare come il puro lino ed è possibile lavorarlo a mano o sul telaio. La tecnica consiste nello sfilare alcuni fili sia dall’ordito che dalla trama del tessuto fino a formare una rete che servirà da base al ricamo vero e proprio. Si possono distinguere diversi tipi di Sfilato siciliano a seconda dell’epoca e della zona in cui era stato lavorato. Lo Sfilato ‘400 era tipico della zona di Comiso, il ‘700 della zona di Ragusa, mentre il ‘500, tipico di Vittoria, era lavorato nel Laboratorio di Sfilati Siciliani d’Arte, oggi scomparso, che si ispirava agli ornamenti dei bassorilievi greci.

Tradizionalmente, ogni fase del lavoro, cioè il disegno, la sfilatura e il ricamo vero e proprio, veniva eseguita da persone diverse, ognuna esperta in quella tecnica.

 

La riscoperta a Ragusa dello sfilato si deve a Ester Manari La Rocca di San Germano. Piemontese e sposata  con il Barone La Rocca, per caso scoprì, in un baule di casa, una tela ricamata; incuriosita e non conoscendone l’origine la portò a Suor Maria Luna del convento di Santa Teresa. A quel momento e alla capacità delle due si fa risalire la rinascita dello sfilato a Ragusa e non a caso, dello stesso periodo è la costruzione nel 1850 della filanda voluta dal Barone di Donnafugata dove venivano lavorate fibre di cotone, lino e canapa.

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